
La sponsorizzata sulla data di Genova di dieci cose – il web in pratica il prossimo 8 luglio presso Talent Garden.
Nei giorni scorsi, in vista delle due date di dieci cose – il web in pratica a Genova e Bologna, ho rivolto tre domande ai docenti che saranno presenti agli incontri. Quindi a Paolo, Simone e Simone.
A questo punto, essendo io il quarto docente, tocca a me. Inizialmente avevo pensato ad un “effetto Marzullo”, ovvero: mi facevo 3 domande e mi davo 3 risposte.
Però sarebbe stato davvero troppo, anche perché avrei dovuto scrivere questa intro che stai leggendo, impaginare il post e lanciarlo pure sui social. In pratica l’effetto Marzullo già c’è, in parte.
Allora ho chiesto a Paolo di farmi queste tre domande sull’ intervento a Genova. Eccole.
1) Facebook Ads: bastano un profilo ed una carta di credito per cominciare a fare pubblicità su Facebook?
Certo che basta un profilo e una carta di credito, ma poi viene il bello: come sto spendendo questi soldi? Facebook, nel suo interesse, ci rende la vita facile, ma fa appunto il suo interesse. Quindi facile in realtà non è.
Allora “do-it-yourself”, ma attrezzarsi un minimo è indispensabile, soprattutto se poi questo è un servizio che rivendiamo a clienti o soprattutto se ho un piccolo budget e non posso permettermi grandi tentativi.
2) Se ho 10€ di budget pubblicitario al giorno mi conviene usare Facebook Ads o Google Adwords? Secondo la tua esperienza cosa devo prendere in considerazione per decidere?
In teoria ti dovrei rispondere con un “dipende da bla bla bla”. In pratica ti dico: Facebook. Perché mediamente ho ottenuto più risultati grazie a Facebook rispetto ad Adwords. Però attenzione, bisogna decidere avendo presente una serie di elementi e partendo dal presupposto che Facebook Ads e Adwords sono due sistemi diversi per fare advertising on line. Spesso entrambi indispensabili.
3) I report di Facebook Ads possono considerarsi affidabili, secondo la tua esperienza?
Tu mi provochi, lo so. Mi verrebbe da dire “no comment”. Ne ho viste tante. Ti dico che i dati su quel che succede sul web non sono sempre affidabili, ma tendono ad esserlo. Bisogna convinvere, al momento almeno, con questa instabilità.